CRISTIANESIMO
Religione originata dalla predicazione del Cristo (dal greco, "l'unto, il consacrato del Signore"), attributo di Gesù di Nazareth, nel quale i discepoli riconobbero il messia preannunciato dai profeti di Israele. Il cristianesimo si diffuse dapprima in Palestina e nei centri urbani del Mediterraneo; le comunità giudeo cristiane, legate più fedelmente alla tradizione mosaica, svilupparono una vita autonoma e separata, seguita da una marcata frammentazione di tipo settario. Alla corrente giudaizzante che, affermandosi, assicurò l'autonomia della Chiesa cristiana, si oppose tuttavia la tendenza, rappresentata dalla lezione di Paolo di Tarso, a una maggiore autonomia rispetto alle radici ebraiche. Le discussioni sulla corretta trasmissione del deposito della fede divennero particolarmente consistenti nel II secolo con riferimento alla diffusione dello gnosticismo. In antitesi all'esoterismo comune alle diverse correnti della gnosi, quella che suole definirsi la Grande Chiesa fu spinta a definire un rigoroso e obiettivo criterio d'ortodossia. In tale contesto si situano le argomentazioni in merito all'episcopato quale depositario della tradizione degli apostoli, nonché la fissazione del canone delle Scritture, ossia la designazione dei testi nei quali la chiesa riconosceva l'autentico magistero apostolico. Soprattutto con la fine del II secolo la riflessione sull'annuncio religioso cristiano venne sviluppandosi a opera di uomini formatisi nell'alveo della cultura greco-romana. La varietà dei contesti culturali entro cui il fenomeno si sviluppò diede vita a una molteplicità di linguaggi teologici che non di rado portò a formulazioni dottrinarie non accettate dal corpo ecclesiale e perciò considerate eresie. Di volta in volta oggetto di persecuzioni e tollerato dalle autorità romane durante i primi tre secoli, il cristianesimo divenne religione accettata nell'impero romano con Costantino e addirittura ufficiale con Teodosio (IV secolo). L'impero romano-cristiano che in tal modo prese vita rimase modello istituzionale paradigmatico per i successivi secoli. Ma, mentre nell'occidente medievale la preminente funzione dell'impero quale polo aggregante delle diverse genti cristiane ebbe nel primato ecclesiastico della sede episcopale romana un contrappeso sempre più incisivo, specie dopo la riforma della chiesa dell'XI secolo, in oriente tutte le prerogative ideali proprie dell'istituzione imperiale si conservarono intatte fino alla caduta di Costantinopoli in mano turca nel 1453, perpetuandosi in qualche modo nel principato di Mosca, la cosiddetta terza Roma. Nel XVI secolo forti tensioni religiose esplosero all'interno del corpo ecclesiale occidentale con la rivoluzione avviata da Martin Lutero e più in generale dalla Riforma protestante, che minò in modo radicale la natura sacramentale della chiesa, la presenza al suo interno di una gerarchia sacerdotale e la sua funzione di ministra della grazia. Mentre la riforma si affermò rapidamente sia in molti principati e città della Germania (compresi i nuclei tedeschi dell'Europa orientale), sia in Danimarca, in Scandinavia e in Finlandia, il modello di riforma attuato in Svizzera da Giovanni Calvino, H. Bullinger e H. Zwingli ebbe una diffusione più intensa, penetrando in Francia (ugonotti), in Olanda, in Inghilterra (puritani), in Scozia e raggiungendo, a oriente, Ungheria e Transilvania. La migrazione puritana dall'Inghilterra in America agli inizi del Seicento lasciò un'impronta indelebile nella società dalla quale nacquero nel secolo successivo gli Stati uniti d'America. Il movimento protestante fin dai suoi inizi sviluppò una molteplicità di correnti più o meno radicali in cui si combinavano variamente dottrina della predestinazione, rifiuto di un ministero ordinato, forma d'organizzazione congregazionalista, rifiuto del battesimo dei fanciulli. La corrente antitrinitaria, nata nel contesto dello sconvolgimento dottrinale prodotto dalla Riforma e animata soprattutto da intellettuali italiani che ne procurarono la diffusione in Europa orientale, si strutturò in Transilvania in una vera e propria Chiesa unitariana. Esperienza del tutto particolare fu in Inghilterra la riforma anglicana, che incarnò una singolare via media tra le chiese ditradizione apostolica e gli organismi ecclesiali nati dalla riforma protestante. La Chiesa cattolica reagì alla sfida protestante con il concilio di Trento (1545-1563) che, oltre a ribadire la tradizione dottrinale contestata, avviò una vasta opera di riforma della chiesa, della sua prassi istituzionale e della sua vita religiosa. Il cristianesimo di origine protestante diede vita a organismi ecclesiastici a forte impronta nazionale, da cui tuttavia continuarono a proliferare, specie negli Stati uniti, sempre nuove sette e confessioni, ciascuna delle quali legata all'assolutizzazione di singoli aspetti dell'annuncio religioso cristiano. In ambito cattolico la validità del modello tridentino venne ribadita attraverso la proclamazione del dogma dell'infallibilità del papa nel concilio Vaticano I (1870) e la condanna del modernismo da parte di Pio X (1907). Questi interventi si collocano all'interno di un più ampio travaglio. Dopo gli sconvolgimenti prodotti dalla Rivoluzione francese e dall'espansione napoleonica, la Chiesa cattolica visse infatti forti tensioni con i sistemi di pensiero emersi dalle moderne ideologie e con i regimi politici fondati su di esse: così mentre nell'Ottocento fu condannato il relativismo liberale, durante il pontificato di Pio XI furono duramente condannati sia nazismo che comunismo. Un rapporto col mondo contemporaneo meno conflittuale si delineò peraltro nella seconda metà del Novecento con il concilio Vaticano II. Convocato da Giovanni XXIII, fu portato a compimento da Paolo VI che il 7 dicembre 1965 ne promulgò in particolare la Costituzione sulla chiesa nel mondo contemporaneo e la dichiarazione della libertà religiosa. Mentre le antiche chiese dell'Africa settentrionale e dell'Asia erano state ridotte a gruppi minoritari (quando non completamente cancellate) dalla diffusione dell'Islam, l'espansione coloniale europea comportò anche una massiccia diffusione del cristianesimo, nelle sue varie forme, in America, nell'Africa subsahariana, in Asia (in particolare nelle Filippine) e in Oceania. Proprio la necessità di una più credibile predicazione missionaria suscitò nel XX secolo, a partire dal mondo anglicano e protestante, una forte aspirazione all'unità cristiana. Tale istanza si tradusse in un vasto movimento "ecumenico", che abbracciò protestanti e ortodossi e col quale anche la Chiesa romana, dopo il concilio Vaticano II, avviò una fattiva collaborazione.

Storia della chiesa, a c. di A. Fliche, V. Martin, Edizioni paoline, Torino 1957-1991; Nuova storia della chiesa, a c. di L.J. Rogier, R. Aubert, M.D. Knowles, Marietti, Torino 1970-1979; Storia della chiesa, a c. di H. Jedin, Jaca Book, Milano 1975-1980.
eXTReMe Tracker